La platea di riferimento di Confederdia è molto composita ma circoscritta all’interno delle medio-alte professionalità: dirigenti, quadri, tecnici impiegati, coordinatori ecc.
Da tempo riceviamo numerose segnalazioni e in qualche caso lamentele (soprattutto da parte dei dirigenti), circa la scarsa promozione all’interno dei bandi di offerte formative loro indirizzate e contestualmente segnalate esperienze eccellenti promosse da altri Fondi (non solo Fondir) tra i quali è da segnalare quello promosso da Formazione Unindustria Treviso e finanziato da Fondimpresa sui temi ambientali e del territorio “Imprese verso la green economy” rivolto a 39 aziende del territorio i cui contenuti formativi riguardano: l’adeguamento tecnologico, la sostenibilità ambientale, la competitività sui mercati globali, la gestione dei rifiuti, il risparmio energetico, ecc.
Le adesioni al progetto sono state precedute da una indagine condotta presso le aziende per rilevare i temi di maggiore interesse ed i fabbisogni formativi e successivamente da questi sono stati elaborati percorsi professionalizzanti per singola impresa o per più imprese.
La formazione ha interessato, in prima istanza soprattutto i soggetti che sono gli stessi della nostra platea contrattuale: dirigenti, quadri, impiegati, tecnici ed amministrativi.
Tutto ciò fa sì che Fondir, con la promozione di bandi destinati all’alta formazione in materia di marketing, risorse umane, innovazione tecnologica e organizzativa, internazionalizzazione dei processi, è oggetto di particolare attenzione verso le categorie cui è destinato.
La rappresentanza di interessi, ai fini formativi, di questa articolata platea di soggetti non può riguardare soltanto Confederdia ma deve essere assunta dal Consiglio di amministrazione nel suo complesso.
Foragri non può fare a meno di queste adesioni non solo perché verrebbero a mancare al Fondo risorse economiche ingenti ma anche perché conquistare questi soggetti all’idea della formazione prelude alla crescita stessa di adesioni a Foragri e al miglioramento della domanda di formazione continua nelle imprese e nelle diverse filiere produttive.
Le idee non mancano. A partire dal documento elaborato dal Comitato di esperti, ulteriormente arricchito da quello preparato dalla commissione nominata dal cda.
Per valorizzare e dare visibilità a queste strategie si potrebbero operare alcune scelte che vogliamo sottoporre alla attenzione del Consiglio di amministrazione:
- prevedere, nel sistema di ripartizione delle quote anche un conto relativo a questi soggetti. Quindi oltre al “conto aziendale” e al “conto di distretto” proposto nel documento della Commissione andrebbe costituito il “conto dirigenti, quadri e impiegati” (recependo così, seppure in parte, la disposizione legislativa in merito ai dirigenti);
- destinare, nell’ambito del prossimo bando, risorse per la promozione di piani di alta Formazione da sperimentare in un territorio in partenariato con centri di eccellenza nel campo della ricerca e della formazione in agricoltura e con le Università.
- Le azioni sperimentali devono essere accompagnate da analisi dei bisogni realizzate con interviste sul campo a interlocutori privilegiati delle diverse produzioni agricole.
I piani formativi possono essere promossi e realizzati nell’ambito della Bilateralità e produrre esperienze formative riproducibili come buone prassi e azioni pilota all’interno del sistema formativo di Foragri e inserite nel sito come modello di riferimento.
- Per quanto riguarda i contenuti e gli obiettivi vanno inseriti (in aggiunta a quelli proposti nel documento della Commissione e del comitato di indirizzo) quelli relativi alla formazione sul welfare contrattuale e quelli che emergeranno dalla indagine sui fabbisogni;
- Dal momento che l’alta formazione richiede costi elevati, occorre rivedere il sistema dei costi;
- tra le azioni sperimentali possono rientrare anche quelle promosse con i voucher.
- La formazione di questi soggetti deve essere finalizzata alla formazione della cultura alle “comunità di pratica” perché le imprese si muovano in sintonia con politiche di coordinamento e di reti nel territorio e con le aspettative dei consumatori sempre più attenti alla cultura ecologica.
Come sottolineato nei documenti sopra citati, il consumatore è oggi molto più consapevole e informato che in passato: si informa sui prodotti che acquista, sui produttori, sulle tecniche utilizzate, sulle scelte ambientali di rispetto del territorio e risparmio energetico; sa leggere le etichette.
La formazione dei dirigenti deve essere indirizzata a far sì che le aziende facciano il bilancio sociale, che applichino politiche di welfare aziendale, che aderiscano alla “dichiarazione ambientale di prodotto”.
I consumatori, infatti, sempre più tendono a premiare le scelte sociali, ambientali e di trasparenza che diventano parte integrante di un certo modo di fare impresa.
Specificatamente nel settore agricolo si sta affermando un circuito di interessi tra agricoltori, consumatori e distributori che spingerà sempre di più e velocemente verso strategia di processi produttivi incentrati su filiere corte e di qualità.
I dirigenti delle imprese produttrici dei nostri settori devono sviluppare nuove competenze nella gestione di una pluralità di tipologie di relazioni territoriali ed extraterritoriali.
L’investimento sulla alta formazione di dirigenti perché questi, a loro volta, investano sulla formazione dei quadri, impiegati e lavoratori e lavoratrici deve essere messo in agenda da Foragri attraverso l’emanazione di bandi nei quali sia riconoscibile questa strategia.
La formazione continua destinata a questi soggetti può avere anche ricadute significative sull’ impianto di Welfare che le parti sociali hanno costruito negli ultimi anni.